Viola Prisco ha partecipato al concorso di scrittura creativa dell’associazione L’onda di Nico e si è classificata terza. Leggete qui il suo racconto.
CA
Avevo tre anni quando il mio padre biologico ha lasciato mia mamma, me e mia sorella.
Ha pensato fosse una buona idea partire per il Sud Africa e cambiare vita, dimenticandosi del suo
passato e ignorando il nostro futuro.
Dopo qualche mese dalla sua partenza, Mamma conosce un uomo: Carlo. Inizia a uscire con lui e
a vederlo sempre più spesso, fino a quando diventa parte della nostra quotidianità.
Con Carlo impariamo ad andare in bicicletta, a mangiare sedute composte, a dire grazie, prego,
per favore, permesso..
Impariamo il rispetto per gli altri e per noi stesse, impariamo a risolvere i problemi tutti insieme
seduti intorno a un tavolo, confrontando le nostre idee e arrivando a un punto.
Carlo è stato al mio fianco in ogni fase della mia vita. Era al mio fianco quando mi spingeva sulla
bicicletta con le rotelle e lo è tutt’ora sulla mia Fiat Punto del 2000 mentre mi dice che la quinta
esiste e che devo usarla.
Era al mio fianco quando mi aiutava a raggiungere lo sportello della dispensa e lo è tutt’ora mentre
mi elenca cosa andare a prendere al supermercato.
Era al mio fianco il giorno in cui siamo andati a scegliere un cucciolo al canile e lo è stato quando il
nostro ‘ormai non più cucciolo’ ci ha lasciato 16 anni dopo.
Con Carlo impariamo involontariamente il significato della parola “papà”.
Ricordo altrettanto bene i momenti di sconforto i cui mi è stato vicino.
C’è stato un periodo in particolare: Mamma stava male ed era ricoverata in ospedale, noi eravamo
a casa, piangevo e Carlo mi disse :”comunque vada, nella vita bisogna essere forti, devi essere
forte per te, per la Mamma, se ti fai sovrastare dalla tristezza e dalle preoccupazioni perdi contro la
vita. Io sono qui e sono sempre stato qui per darti parte della mia forza”.
E io sono stata forte! Mamma è tornata a casa e finalmente c’era anche lei seduta intorno al tavolo
dove Carlo mi aveva detto quelle cose tempo prima.
Nel corso di tutti questi anni Mamma e Carlo si sono sposati e hanno avuto un figlio, Edo.
Edo non ha mai chiamato Carlo “papà” perchè ha sempre sentito me e mia sorella chiamarlo “Ca”.
Più volte abbiamo provato a chiamarlo “papà” ma non ci siamo mai riuscite.. credo che il motivo
sia il fatto che abbiamo sempre associato la parola “papà” a un uomo che non c’è mai stato, quindi
per noi un “Ca” è molto meglio di un “papà”.